ISSN: 2532-0203

L'immagine corrente di V. Fazio-Allmayer è legata alle avventure dell'attualismo come seguace-continuatore della lectio gentiliana, come figura della prima generazione attualistica, come esponente di quella “Destra” dell'attualismo che fece da contraltare alle radicalizzazioni della “Sinistra”. Sono le tesi che, dagli studi di Sciacca sulla filosofia italiana fino a quelli di Negri sull'attualismo, hanno tenuto il campo su Vito Fazio-Allmayer.

Con poche eccezioni: i richiami di Garin nelle Cronache alle esigenze empiristiche del giovane Fazio-Allmayer (che sono richiami acuti e di alto rilievo teorico) o i temi della epocalità del pensiero filosofico del secondo dopoguerra, di cui Fazio-Allmayer è un preciso esponente, collocato ormai oltre l'attualismo e rivolto verso uno storicismo più integrale, alla Marx, sostenuti da Massolo, tanto per esemplificare. In realtà il pensiero di Fazio-Allmayer, se pure a lungo sviluppatosi nella “nicchia” dell'attualismo, contiene elementi e vibrazioni niente affatto “di scuola”, (specialmente nella sua piena maturità: dopo il '42), strettamente intrecciati con i temi della filosofia europea (empirismo, esistenzialismo, storicismo, neopositivismo, etc.) e capaci di riviverne alcuni problemi cruciali e fondamentali. Siamo così davanti a un pensatore acuto e originale, che rielabora in modo autentico la passione della filosofia e compie tale lavoro a una quota nazionale, intrecciandola e discutendola con e attraverso il dibattito internazionale, confrontandosi con i grandi classici (Kant e Hegel, ma anche Platone e Aristotele, poi Galilei) e facendo emergere una lezione filosofica che si manifesta come la problematizzazione della filosofia, come la presa di coscienza della sua radicale identità problematica.

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